Finalmente un decreto che riconosce il ruolo professionale e sociale del farmacista superando in parte l’obsoleto R.D. del 1934 e mettendosi in linea con gli altri paesi europei ormai molto avanti nel considerare questa professione come fondamentale nel sistema sanitario.
Il farmacista vaccinatore è solo un primo passo verso quella riforma della professione che noi di UNAFTISP chiediamo da tempo alle istituzioni.
È singolare che ci sia voluta una emergenza sanitaria, come questa pandemia, per dare al farmacista quel ruolo che gli appartiene nel sistema sanitario.
La svolta epocale che nel Decreto Sostegni emerge, è che si parla DEL FARMACISTA e delle sue potenziali prerogative professionali che possono contraddistinguerlo, scindendolo da quelle mura inerti in cui esercita.
Si è inteso, finalmente, che il farmacista rappresenta una risorsa sanitaria nel Paese che va oltre quello della spedizione di una semplice ricetta.
Con questo decreto oggi possiamo trovare in qualsiasi punto vaccinale un farmacista che può vaccinare dando un contributo fondamentale al piano messo a punto dal governo.
Spero che l’aver escluso come punto logistico le 5.000 parafarmacie, con circa 6.000 colleghi, sia stata solo una defaiance innocente che può ancora essere recuperata in fase emendativa. Alcune sensibilità politiche già hanno notato questa discrepanza.
Oggi non è il momento delle polemiche. Oggi va bypassato qualsiasi scontro-confronto tra parafarmacie e farmacie perché, in questa fase, sarebbe veramente stucchevole, ed irrispettoso verso la popolazione, che ha altre aspettative sul ruolo del farmacista.
In questa emergenza, che è una corsa contro il tempo, ogni luogo è legittimo per poter vaccinare purché strutturato (si pensi solo nell’immediato dopoguerra dove i colleghi dispensavano farmaci e facevano addirittura preparazione galeniche in strada per la conseguenza dei bombardamenti degli Alleati e non avevano certamente strutture idonee. Oggi ci si può strutturare con breve tempo e facilità). E strutturare un sito vaccinale non richiede chissà quali sforzi. Non a caso si stanno allestendo stand, palazzetti, hangar e quant’altro per affrontare una pandemia epocale che ha messo in ginocchio l’Europa sotto tutti i punti di vista oltre che sanitario anche economico e che avrà ripercussioni nell’immediato futuro e per le nuove generazioni.
Ripeto oggi vanno superati questi steccati per il bene del Paese. Oggi la categoria deve essere unita per dare un immagine professionale all’altezza del ruolo che gli compete.
Anche la politica e le istituzioni si sono accorti che esistono i FARMACISTI e non il ridicolo confronto fra chi opera in un luogo e chi in un altro.
Per questa emergenza c’è bisogno del FARMACISTA e non della distinzione di chi opera in parafarmacia o farmacia.
Dott. Daniele Viti
Presidente Nazionale Unaftisp
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